Il principio del progresso

Uno studio pubblicato nel 2011 sulla Harvard Business Review a firma di T. Amabile e S. Kramer, affermava che tra tutte le cose che possono stimolare emozioni e motivazione durante la giornata lavorativa, quella più importante è fare progressi in un lavoro significativo. Venne definito "principio del progresso".

I due studiosi identificarono alcuni fattori che funzionano come catalizzatori o inibitori.

I catalizzatori sono le azioni che supportano il lavoro:

  • la definizione di obiettivi chiari
  • la concessione di autonomia
  • la disponibilità di risorse e tempo sufficienti
  • l'aiuto con il lavoro
  • la possibilità di imparare dai problemi e dai successi
  • un libero scambio di idee
I loro opposti, gli inibitori, includono:
  • l'incapacità di fornire supporto
  • l'interferire attivamente con il lavoro

Ho ricollegato tutto questo al pensiero dello psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, secondo il quale i fattori minimi di appagamento al lavoro in relazione alle attività svolte sono:

  • le attività devono richiedere focus intenso
  • l'individuo deve poter esercitare autonomia nello svolgerle
  • esse devono essere sfidanti ma fattibili
  • devono avere criteri di successo definiti in modo chiaro
  • devono fornire feedback immediato

Se ne deduce che, per quanto importanti possano essere le motivazioni estrinseche – stipendio, status, reputazione – quelle intrinseche restano più potenti. Sintetizzando, gli individui mantengono un'alta motivazione se hanno la percezione di aver fatto bene, con la giusta dose di autonomia, quello che era loro intenzione fare; e se gli è consentito di porsi ulteriori obiettivi e costruire nuovi successi a partire da lì, reiterando questo ciclo.

Eppure, molti imprenditori o dirigenti tendono a sottovalutare la causalità tra la privazione di autonomia decisionale o la ripetitività delle attività assegnate e la perdita di motivazione da parte dei loro collaboratori, che può portare a prestazioni sempre più basse, e perfino alle dimissioni. Confidano che basti una pacca sulla spalla o qualche euro in più in busta paga per far sì che quei collaboratori si rimettano a macinare risultati. 

In base al princiopio del progresso, cosa dovrebbe cambiare? 

Gli individui sono portati a fare ciò che gli riesce meglio. Compito dei manager è analizzare in che modo i punti di forza di ogni singola persona all'interno della loro azienda possono diventare motore della crescita, e farne il migliore uso possibile. Il consiglio, quindi, è di adattare per quanto possibile ruoli e processi, in modo da incanalare nella giusta direzione l'energia che nasce nelle persone dal circolo virtuoso soddisfazione/motivazione/rendimento/soddisfazione. 

Alla fine, tutti ne riceveranno beneficio.